Ricetta di Dicembre: MARITOZZI AL CACAO

By Fabio Pasquini, 5 A ENO

 

Ingredienti per l’impasto:

900 gr. Farina 0 

85 gr. Cacao amaro

170 gr. Acqua

400 ml. Latte intero

200 gr. Zucchero semolato

200 gr. Burro

25 gr. Sale fino

25 gr. ldb

2 scorza di arancia grattugiata

1 Bacca di vaniglia

Ingredienti per la farcitura:

500 ml di panna fresca

20 gr. Zucchero a velo

Procedimento: 

Mescolare insieme acqua e cacao evitando di creare grumi, unire il latte ed il lievito e scioglierlo, poi aggiungere lo zucchero e sciogliere bene tutto. Nell’impastatrice munita di gancio inserire la farina ed i liquidi con il lievito sciolto ed impastare. Successivamente aggiungere il pastello con il cacao e tutti gli aromi. Lavorare per 6/7 minuti. Aggiungere il sale. Infine, inserire il burro morbido e finire di impastare.

Lasciare lievitare per 1 ora. 

Creare dei panetti da 50 gr. e lasciare lievitare per 1 ora. 

Infornare a 175° per 15/18 minuti. 

Intanto montare la panna in planetaria con la frusta e lo zucchero a velo.

Una volta pronti, sfornare e far raffreddare. Tagliare in due un maritozzo e farcire con la panna fresca montata.

La storia:

Il maritozzo è un dolce di origine romana realizzato con ingredienti semplici, ma che sa deliziare il palato di tutti, grandi e piccini. Si presenta come una soffice pagnotta dolce, ripiena con panna montata o altre creme; può essere dolce o salato, vegan o gluten free.

Le origini del maritozzo risalgono al periodo degli antichi romani. A quell’epoca le donne preparavano per i mariti che lavoravano nei campi pagnotte dolci a base di farina, acqua, uova, olio, sale, miele e uvetta.

In epoca medievale il panino dei braccianti divenne “Er Santo Maritozzo“, il solo peccato di gola che potevano concedersi durante il periodo quaresimale.

Oltre all’origine storica di questo dolce senza tempo, sono tante le leggende, i racconti. Gli studiosi narrano di un’antica tradizione romantica: il primo venerdì del mese di marzo i fidanzati donavano alle rispettive fidanzate un maritozzo al cui interno era nascosto l’anello di fidanzamento o un altro oggetto d’oro. 

Era in questa occasione che al fidanzato veniva dato l’appellativo di “maritozzo”, una storpiatura del termine “marito”, proprio a voler simboleggiare l’impegno della proposta matrimoniale.