
IT (2017)
Halloween si è concluso da qualche settimana, ma la voglia di vedere film horror è sempre tanta, tra l’altro l’atmosfera di queste giornate nebbiose e piovose di novembre favorisce la visione di tanti film: il mio genere preferito è l’horror!
L’altra sera mentre “scrollavo” la lista dei film su Netflix e mi stavo quasi per addormentare, ad un certo punto mi sono accorto che tra i suggeriti c’era il film IT (2017, capitolo 1). Ho deciso di vederlo, nonostante l’avessi già guardato quattro volte.
Il film è una versione cinematografica del romanzo IT del celebre autore Stephen King; il libro è uscito nel 1986, di cui era già stata realizzata una mini serie televisiva di successo negli anni 90. IT parla di una città che viene considerata maledetta, perché i bambini scompaiono a causa di un essere malvagio che si nutre delle loro paure.
Il film comincia con un bambino di nome Georgie che giocando con una barchetta di carta e cera, finisce per ritrovarsi di fronte ad un tombino, all’interno del quale confluiscono dei rivoli di acqua piovana. Giorgie si diverte a far scivolare la sua barchetta sull’acqua quando all’improvviso il tombino la inghiotte, così si sporge per guardarvi dentro. Dall’oscurità si sente una voce maligna: è un’entità che sussurra al bambino di afferrare la barchetta e con un morso gli stacca una mano e poi lo trascina nel tombino.
Tutto il film è basato su un doppio fattore: da una parte i protagonisti lottano contro Pennywise (l’entità), dall’altra essi devono combattere contro i loro blocchi.
Personalmente ho trovato il film come un modello: a volte bisogna affrontare le proprie fobie con coraggio, anche se queste possono sembrare insuperabili. Le paure, secondo me, si distinguono dalle fobie: le prime sono limitate ad una situazione momentanea e passeggera (esempio un tuono inatteso), le seconde sono costanti nel tempo e si ripropongono ogni volta che si verificano determinate condizioni (la fobia degli insetti, paura delle altezze o di guidare la macchina). Le fobie, a differenza delle paure, possono essere causate da eventi traumatici che si verificano nel corso della vita. Pennywise gioca con queste fragilità dei personaggi per nutrirsi della loro energia.
Consiglio vivamente la visione di questo film, perché vi stimola a riconoscere i vostri limiti: nel profondo di ognuno di noi si nasconde un entità maligna dormiente, pronta a nutrirsi della nostra energia, ma solo quando e se le daremo modo di farlo.